COME MIGLIORARE LA MARCIA DEI NOSTRI TRENI

Come naturale i principi della fisica sono alla base dei funzionamenti meccanici e ne abbiamo spesso una dimostrazione allorquando mettendo a paragone modelli un po' datati con i nuovi  troviamo in questi ultimi un comportamento di esercizio a dir poco impeccabile.

Ma quali sono le differenze sostanziali tra questi due tipi di modelli al di là che siano passati più di 20 anni?

Per chi ha scelto il digitale già il fatto di mettere un buon decoder in una macchina anche datata ha come risultato un movimento della locomotiva diciamo "più dolce" e anche per chi come il sottoscritto ha iniziato con i primi decoder  già vengono a galla differenze tra i decoder degli anni 80 rispetto agli attuali.

Al di là dell'elettronica, sono vari i fattori che intervengono nella, diciamo, ottimizzazione dell'esercizio.

Uno di questi, indispensabile, ma non il solo, è il motore.frown

Gli attuali motori elettrici a 5 poli hanno senz'altro delle caratterisiche di funzionamento ottime per non parlare dei tedeschi faulhaber forse tra i migliori, la maggior parte poi della connessione del motore con la cascata di ingranaggi è data da un asse cardanico più o meno lungo soluzione adottata ormai da quasi tutte le case .

Quello che può fare ad esempio, la differenza è, a questo punto, la cascata di ingranaggi per una buona demoltiplicazione del moto trasmesso dal motore agli assi e le cerchiature di aderenza che si possono anche raddoppiare, a patto di avere un tornio a disposizione, per avere una maggior forza di trazione a discapito però delle prese di corrente. Questo può diventare una scelta dettata dal voler appesantire la locomotiva per avere più forza trainante.

Talvolta sono arrivato a più di mezzo chilo di massa

per dare un buon appoggio, in modo da scaricare tutta la forza di trazione, senza slittamenti, soprattutto nei tratti più in salita e, a questo punto, è ovvio che due anelli di aderenza risultano essere insufficienti!

Purtroppo non sempre possiamo mettere il peso dove vorremmo, ossia nella zona più bassa del locomotore, e quindi è bene valutare quanto possa essere effettivamente utile appesantire ulteriormente una macchina senza ottenere grossi risultati nel caso in cui il peso non possa essere inserito nella posizione migliore.

 

A questo punto la macchina avrà migliorato le sue prestazioni ma, a meno che non abbiamo un plastico polvere-repellente, avremo senz'altro problemi di contatti elettrici, di qui la scelta di fare treni a composizione bloccata laddove la forza di trazione è prioritaria o aumentare le prese di corrente sul locomotore

 

E' necessario quindi munire di prese di corrente il vagone a seguire la loco e connetterlo ad essa o, con due semplici fili estremamente morbidi saldati su piccoli connettori

 

 

oppure usando le basette in vetronite di Portigliatti vendute già munite di fili per una connessione a 5 poli

 

 Le stesse basette nude ci potranno servire utilzzando dei connettori a tre poli, laddove avremo bisogno solo delle due polarità dei binari.

 Non esiste pero' solo la locomotiva che forma il treno.....e i vagoni? embarassed

Nella mia esperienza ho notato quanto il peso dei vagoni possa essere ininfluente sulla circolazione (un esempio e'l'ETR 460 e l'ETR 480 della vecchia Lima), anzi talora ho dovuto togliere volutamente la lastrina di ferro, che sempre trova posto sul pavimento del vagone, per poter formare un treno più lungo, ovvero più veritiero, e facilmente trainabile, oppure ho dovuto diminuire tale peso, il discorso è che, se il vagone è stato progettato bene, questi non svierà tanto facilmente al di là del suo peso.

Altri due fattori importanti intervengono nella circolabilità ovvero i carrelli e la cinetica del gancio corto.

Di base più è  lungo il vagone, il classico passeggeri, e più problemi avremo nei cambi di direzione, curva e controcurva come i deviatoi, ad esempio, ma soprattutto nei cambi di pendenza.

E' qui che un buon vagone con un buon appoggio isostatico fa la differenza.  La ricetta è abbastanza semplice: avere un carrello stabile sul proprio asse e uno libero di traslare sull'altro magari aiutandosi con uno spessore di plasticard forgiato ad anello tale che possa in qualche modo distanziare uno dei 2 carrelli dandogli la possibilità di essere più libero.

Per le carrozze più ostiche ho provato anche a fare un carrello molto isostatico ,vedi foto

Per i ganci occorre controllare bene che non ci siano impedimenti tipo sbavature della resina .....e,  un consiglio, a volte una goccia d'olio risolve il problema.

E se quel vagone deraglierà sempre, qualunque cosa facciate..........non accanitevi vuol dire che non deve stare insieme a quella composizione.....formatevi un'altro treno prima di buttare via il vagone! laughing

Marco Mercadante